La volgarizzazione della parola Oscar

L'Academy Motion Picture Arts and Sciences, che gestisce il prestigioso premio cinematografico, ha scatenato una lotta in diversi Paesi del mondo allo scopo di vietare l'utilizzo della parola "Oscar" come marchio, in particolare per contrassegnare manifestazioni collegate a premi. Tra i primi destinatari delle contestazioni dell'Academy è stata la RAI, con i programmi diffusi negli USA attraverso RAI INTERNATIONAL quali "Oscar della Moda", "Oscar del Vino" e "Oscar dell'anno". Successivamente l'Academy ha esteso la sua azione anche all''Europa, prendendo di mira tutti i marchi costituiti da o comprendenti la parola "Oscar", soprattutto se collegati alle trasmissioni televisive. A partire dal 2005 è stata coinvolta anche l'Associazione Italiana Sommelier (AIS), in particolare la sezione di Roma, che aveva ideato l'"Oscar del Vino" trasmesso dalla RAI. Dopo cinque anni di giudizio, l'AIS ha ottenuto un primo successo che costituisce un importante precedente: il Tribunale di Roma con una sentenza depositata a febbraio 2010 ha sancito la volgarizzazione della parola "Oscar" e quindi la possibilità di utilizzarla come sinonimo di premio. L'Academy aveva già subito una prima sconfitta nel 2007, quando un giudice americano aveva stabilito che la stessa non poteva avere l'esclusiva sulla parola "Oscar", in quanto volgarizzata. I soggetti potenzialmente interessati dalla sentenza del Tribunale di Roma sono centinaia: sono circa 230 i marchi registrati in Italia presso l'UIBM che contengono la parola "Oscar". Questa sentenza costituisce pertanto un importante precedente, consentendo di utilizzare liberamente la parola "Oscar" come sinonimo di premio senza incorrere in contraffazione.


06/16/2010 | Diritto d'autore